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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-01-01

Approvato il milleproroghe, i contenuti del decreto

Il calendario misura per misura "Dai nostri archivi"

Dalle licenze per gli internet point ai neopatentati, cosa c'è nel "milleproroghe"

Con lo scudo fiscale rimpatriati 95 miliardi di euro

Dal primo gennaio entra in vigore la class action

Donne ferroviere in pensione a 60 anni

Da l primo gennaio 2010 al via la 'class action'.

L'azione legale collettiva, introdotta per la prima volta con la Finanziaria 2008 del governo Prodi e più volte rinviata, entra finalmente in vigore anche in Italia: i consumatori potranno fare causa comune in Tribunale per ottenere il risarcimento per illeciti avvenuti a partire dal 16 agosto 2009.

Restano però fuori le vittime dei più clamorosi crack finanziari del passato, Cirio e Parmalat.

La nuova disciplina esclude, infatti, la retroattività.

Contemporaneamente debutta, fra le critiche dei consumatori, anche la 'class action' contro la Pubblica amministrazione.

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

40° Anniversario - UPPORTO ENGINEERING-ONLINE

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..

 

Il Mio Pensiero:

 

 

 

AVVENIRE

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http://www.avvenire.it

2010-01-01

 

 

 

 

 

 

 

 

CORRIERE della SERA

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2010-01-01

la prima sarà contro unicredit e intesa

Dal 1 gennaio i consumatori italiani possono esercitare la class action

È l'azione collettiva a tutela dei diritti per danni o inadempienze contrattuali da parte delle aziende

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NOTIZIE CORRELATE

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Che cos'è e come funziona la class action

ROMA - Dal 1 gennaio 2010 i consumatori italiani possono esercitare la cosiddetta "class action", l'azione collettiva a tutela dei propri diritti per danni o inadempienze contrattuali da parte delle aziende. Lo ha reso noto una nota del ministero dello Sviluppo economico. La nuova normativa sostituisce la precedente, prevista dalla legge finanziaria per il 2008, ma mai entrata in vigore perché ritenuta carente sia sotto l'aspetto procedurale che sostanziale.

AZIONE PIÙ SEMPLICE - "Da ora è più semplice, concreto ed effettivo l'esercizio dell'azione collettiva, poiché questa può essere avviata anche da singoli consumatori o utenti, anziché solo dalle loro associazioni, e viene semplificato il meccanismo di liquidazione del danno", ha detto nella nota il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. I consumatori o utenti, che abbiano subito danni derivanti da prodotti difettosi o pericolosi, oppure da comportamenti commerciali scorretti o contrari alle norme sulla concorrenza, potranno unire le proprie forze per ottenere il risarcimento nel caso in cui il ricorso al giudice fosse troppo oneroso per un singolo individuo. Con le nuove norme in vigore dal primo gennaio 2010, informa la nota del ministero, tutti coloro che si trovino nella stessa situazione di chi ha promosso la causa potranno aderire all'azione, facendo valere i propri diritti, anche attraverso il promotore e senza bisogno di ricorrere autonomamente ad un avvocato.

SENTENZA ESECUTIVA - Il procedimento consentirà di avere una sentenza immediatamente esecutiva e non una mera sentenza di principio che poi costringe ad instaurare un successivo giudizio. Per assicurare una piena tutela dei consumatori che aderiscono, è previsto il preventivo esame da parte del giudice per verificare l'adeguatezza di chi ha instaurato il giudizio a curare l'interesse della classe, cioè del gruppo di consumatori o utenti che versino nella medesima situazione, e per accertare l'assenza di conflitti di interesse. Inoltre, è assicurata la piena trasparenza e pubblicità di tutte le fasi del procedimento, compresa la pubblicità sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico. Sono interessati dal provvedimento gli illeciti commessi successivamente alla entrata in vigore della Legge Sviluppo, cioè successivamente al 15 agosto 2009.

LA PRIMA È CONTRO UNICREDIT E INTESA - Sarà il Codacons a presentare la prima class action italiana, che riguarderà il settore bancario. Proprio il 1 gennaio - data di entrata in vigore dell'azione collettiva nel nostro paese - il Codacons ha notificato due citazioni in Tribunale contro due colossi bancari: Unicredit e Intesa Sanpaolo. Firmatario della prima class action il Presidente Codacons, Carlo Rienzi, che apre così la strada a migliaia di correntisti intenzionati a far valere i propri diritti contro i due istituti di credito. L'azione del Codacons poggia sulle rilevazioni dell'Antitrust secondo le quali le banche avrebbero compensato l'eliminazione della Commissione di massimo scoperto introducendo nuove e più costose commissioni a carico degli utenti, anche 15 volte più care rispetto al massimo scoperto. Di qui la class action notificata al Tribunale di Torino (per Intesa SanPaolo) e a quello di Roma (per Unicredit) contro le due maggiori banche italiane. Se i giudici dovessero accogliere le istanze dell'associazione, migliaia di correntisti dei due istituti potranno aderire alla class action chiedendo di essere risarciti per le maggiori spese sostenute e senza necessità di rivolgersi al Giudice.

 

01 gennaio 2010

 

 

 

 

 

Class action: che cos'è

Le principali caratteristiche della nuova normativa

Da quando è possibile: dal primo gennaio 2010 sarà possibile esercitare l`azione collettiva di classe per il sanare gli illeciti commessi dal 16 agosto 2009 in poi.

In che cosa consiste: l`azione di classe consiste in un`azione collettiva, promossa da uno o più consumatori/utenti, i quali agiscono in proprio oppure dando mandato ad un`associazione di tutela dei diritti dei consumatori. Gli altri consumatori interessati, titolari di una identica pretesa, possono scegliere di aderire all`azione di classe già promossa, senza dover ricorrere al patrocinio dell`avvocato. Resta salva, comunque, la possibilità di agire individualmente per la tutela dei propri diritti. Quest`ultima ipotesi è incompatibile con la scelta di aderire ad una class action.

Chi può farla: i consumatori/utenti che abbiano subito le conseguenze di condotte o pratiche commerciali scorrette; oppure che abbiano acquistato un prodotto difettoso o pericoloso; oppure ancora che versino in una medesima situazione di pregiudizio nei confronti di un`impresa, in conseguenza di un inadempimento contrattuale.

Come si fa: mediante ricorso al tribunale uno dei soggetti consumatori/utenti propone l`azione assistito da un avvocato, eventualmente dando mandato ad un`associazione di tutela dei consumatori. Tutti gli altri cointeressati possono aderire senza doversi rivolgere all`avvocato.

Le differenze rispetto a prima: rispetto alla precedente stesura della norma (mai entrata in vigore), la disciplina attuale in vigore dal 1 gennaio 2010 si caratterizza per la tutela di diritti di singoli aventi contenuto identico od omogeneo, con attribuzione della legittimazione in capo al consumatore/utente; mentre l`altra versione imputava questa facoltà solo in capo all`associazione. La nuova normativa inoltre si caratterizza per la semplificazione del meccanismo di liquidazione del danno.

I possibili benefici: se molte persone ricevono singolarmente un danno di portata economicamente modesta difficilmente decidono di sostenere individualmente le spese necessarie per sostenere e vincere la partita legale. Ma se l`azione, invece, è condotta collettivamente, le spese si abbattono e il singolo acquista maggiore forza nei confronti della grande impresa.

 

01 gennaio 2010

REPUBBLICA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.repubblica.it

2010-01-01

L'associazione dei consumatori ha notificato le citazioni in Tribunale contro

i due colossi bancari per i rincari sui conti dopo l'abolizione del "massimo scoperto"

La prima "class action" italiana

Codacons contro Unicredit e Intesa

La prima "class action" italiana Codacons contro Unicredit e Intesa

 

ROMA - "Sarà il Codacons a presentare la prima class action italiana, vale a dire l'azione collettiva a tutela dei propri diritti per danni o inadempienze, che riguarderà il settore bancario. Proprio oggi, data di entrata in vigore dell'azione collettiva nel nostro Paese, il Codacons ha notificato due citazioni in Tribunale contro due colossi bancari: Unicredit e Intesa Sanpaolo". Lo annuncia l'associazione dei consumatori in una nota.

Firmatario della prima class action è il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. "L'azione - si legge nel comunicato - poggia sulle rilevazioni dell'Antitrust secondo le quali le banche avrebbero compensato l'eliminazione della 'commissione di massimo scoperto' introducendo nuove e più costose commissioni a carico degli utenti, anche 15 volte più care rispetto al massimo scoperto".

Per il Codacons si tratta di un "comportamento illegittimo che produce un danno economico ingente ai consumatori, come dimostrato anche dall'Autorità della concorrenza e del mercato. Di qui la class action notificata al Tribunale di Torino (per Intesa SanPaolo) e a quello di Roma (per Unicredit) contro le due maggiori banche italiane".

"Se i giudici dovessero accogliere le istanze dell'associazione - si legge ancora nel comunicato - migliaia di correntisti dei due istituti potranno aderire alla class action chiedendo di essere risarciti per le maggiori spese sostenute e senza necessità di rivolgersi al Giudice. La somma richiesta in giudizio dai correntisti si calcola che sarà pari a 1 miliardo di euro per ciascuna banca".

"Si tratta della prima azione collettiva in Italia sulla base del Codice del consumo - commenta Carlo Rienzi - speriamo serva per disincentivare i colossi economici a fare scorrettezze gravi contro i consumatori che per pochi euro non farebbero mai causa individualmente, anche se la mancanza di forti sanzioni come avviene negli Usa rende questo strumento poco incisivo ed efficace".

(1 gennaio 2010)

 

 

 

 

 

Class action, da gennaio si parte. Ecco come sarà possibile essere risarciti in caso di danni

 

di Antonella Donati

Via libera ai ricorsi collettivi contro i danni causati ai consumatori. Dopo due anni di attesa, dal 1° gennaio entrano infatti in vigore le norme che introducono la class action, ossia l'azione collettiva che prevede il risarcimento del danno quando sono violati i diritti dei consumatori e gli obblighi di legge in materia di tutela del contraente più debole.

 

In quali casi si può fare ricorso - Le norme, introdotte nel Codice del consumo con un articolo ad hoc,, il 140-bis, prevedono che sia possibile avviare una class action a favore di gruppi di consumatori e utenti che si trovano nei confronti di una stessa impresa in una situazione identica, ossia quando sono lesi dei "diritti individuali omogenei". Questo può accadere sia in caso di di danni derivanti dalla violazione delle disposizioni dei contratti compresi quelli derivanti da contratti per adesione, ossia dai quelli relativi all'offerta di servizi uguali per tutti e con clausole che non possono essere oggetto di trattativa tra le parti (dai contratti telefonici, all'energia elettrica, dall'acqua al riscaldamento ai servizi bancari ecc.) sia in caso di danni per il mancato rispetto di diritti riconosciuti al consumatore finale a prescindere da un rapporto contrattuale, come, ad esempio, il diritto a non avere a che fare con prodotti difettosi o nocivi per la salute a lungo andare. Possibile avviare l'azione anche nel caso di riscontro di comportamenti anticoncorrenziali o altre pratiche commerciali scorrette, comprese quelle relative alla pubblicizzazione di risultati che in realtà non è possibile ottenere con quel determinato prodotto. In tutte queste situazioni si potrà, quindi, andare dal giudice e chiedere un risarcimento per i danni destinato a tutti coloro che avranno aderito alla class action. La particolarità del sistema, infatti, è proprio quella di assicurare una tutela collettiva e non semplicemente occuparsi degli interessi del singolo.

Come si avvia la procedura - Per questo ad avviare l'azione giudiziaria per chiedere il risarcimento dei danni può essere anche un singolo cittadino, ma a patto di poter dimostrare che con la sua azione tutela gli interessi di un insieme di persone. Si può agire sia direttamente sia dando mandato ad un'associazione dei consumatori o ad un comitato di tutela, anche creato appositamente per la situazione, ed è probabilmente questa la via che verrà scelta. Quanto agli aspetti procedurali, la competenza è del tribunale ordinario che ha sede nel capoluogo della regione in cui risiede l'impresa contro la quale si avvia la procedura. Una volta presentato il ricorso il giudice dovrà valutare la sua ammissibilità, ossia che ci siano effettivamente dei diritti individuali da tutelare, che chi presenta la class action (singolo o comitato) sia in grado di curare adeguatamente l’interesse collettivo, e non agisca a sua volta in conflitto di interessi. Se la class action è accolta verrà data la massima pubblicità all'azione affinché tutti gli interessati possano dare la propria adesione entro un termine prestabilito. Dopo la scadenza prefissata non saranno più proponibili altre azioni collettive contro la stessa impresa per gli stessi fatti. Inoltre chi si associa rinuncia a fare altre cause o richieste di risarcimento per lo stesso motivo.

In caso di condanna - Contro l'ordinanza che decide sull'ammissibilità è possibile presentare ricorso in Corte d'appello entro 30 giorni, e la Corte deve decidere entro i successivi 40 giorni. Se il giudice accoglie la domanda, la procedura si conclude con la condanna e la liquidazione delle somme definitive dovute a coloro che hanno aderito all'azione. Nel caso in cui la class action sia avviata nei confronti di gestori di servizi pubblici o di pubblica utilità, il tribunale deve tener conto anche di quanto previsto nelle eventuali carte dei servizi. La sentenza diviene esecutiva decorsi 180 giorni dalla pubblicazione.

Class action anche contro gli uffici pubblici ma senza risarcimento - E sempre dal 1° gennaio parte anche il nuovo sistema di tutela dei cittadini dai disservizi pubblici studiato dal ministro Brunetta. Anche in questo caso è possibile una sorta di azione collettiva, ma non è previsto alcun risarcimento per gli eventuali danni subiti. L'azione di tutela che può essere avviata di fronte al giudice si può concludere, infatti, solo con l'ordine di porre rimedio al disservizio al fine di garantire l'erogazione del servizio richiesto. E' però prevista la pubblicità dei ricorsi intentati contro le amministrazioni pubbliche, con l'intento di disincentivare i comportamenti poco virtuosi. Il nuovo sistema, inoltre, parte a tappe. Per le amministrazioni e gli enti pubblici nazionali, i ricorsi si potranno presentare per fatti verificati dal 1° gennaio; per amministrazioni e enti regionali e locali le nuove disposizioni si applicheranno ai fatti verificatisi a partire dal 1° aprile, mentre per i concessionari di servizi pubblici potranno essere presi in considerazione solo i disservizi registrati dal 1° luglio in poi. Infine per i servizi in materia di tutela della salute o in materia di rapporti tributari, le nuove disposizioni si applicheranno ai fatti verificati a partire dal 1° ottobre prossimo. (30 dicembre 2009)

 

 

 

 

 

 

 

L'UNITA'

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http://www.unita.it

2010-01-01

Class action: Codacons contro colossi bancari

Sarà il Codacons a presentare la prima class action italiana, che riguarderà il settore bancario. "Proprio oggi, data di entrata in vigore dell'azione collettiva nel nostro paese, il Codacons ha notificato due citazioni in Tribunale contro due colossi bancari: Unicredit e Intesa Sanpaolo". In una nota il presidente dell'associazione dei consumatori, Carlo Rienzi annuncia di essere il firmatario della prima class action italiana.

"L'azione poggia sulle rilevazioni dell'Antitrust secondo le quali le banche avrebbero compensato l'eliminazione della commissione di massimo scoperto introducendo nuove e più costose commissioni a carico degli utenti, anche 15 volte più care rispetto al massimo scoperto" spiega il Codacons. Un comportamento che l'associazione definisce "illegittimo che produce un danno economico ingente ai consumatori, come dimostrato anche dall'Autorità della concorrenza e del mercato". Di qui la class action notificata al Tribunale di Torino (per Intesa SanPaolo) e a quello di Roma (per Unicredit) contro le due maggiori banche italiane. "Se i giudici dovessero accogliere le istanze dell'associazione - conclude il Codacons - migliaia di correntisti dei due istituti potranno aderire alla class action chiedendo di essere risarciti per le maggiori spese sostenute e senza necessità di rivolgersi al Giudice. La somma richiesta in giudizio dai correntisti si calcola che sarà pari a 1 miliardo di euro per ciascuna banca".

01 gennaio 2010

 

 

 

 

 

Milleproroghe: l'abc del decreto dallo scudo fiscale alle tariffe

di Claudio Tucci

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1 gennaio 2010

"Dai nostri archivi"

Donne ferroviere in pensione a 60 anni

Dall'Alitalia alla proroga del 730: l'abc del decreto fiscale

Dai professionisti all'autotrasporto, l'abc del milleproroghe

A

L'Abc della Finanziaria 2010

 

È un milleproroghe di 11 articoli e di ben 77 commi quello che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre scorso. Pochi i ritocchi rispetto al testo entrato al Consiglio dei ministri, la settimana prima di Natale (sono saltate le norme su azionisti Alitalia, conti dormienti, proroga ordini avvocati e consiglio nazionale forense e indennizzi ai soggetti danneggiati dalle vaccinazioni). Confermata, invece, la riapertura dei termini per aderire allo scudo fiscale. La "finestra" resterà aperta fino al 30 aprile 2010, anche se il costo della nuova emersione sarà più salato, rispetto a quello pagato da quanti hanno scelto di aderire entro il 15 dicembre scorso. Per rimpatri e regolarizzazioni effettuati dopo quella data e fino al 28 febbraio prossimo, l'imposta sostitutiva sale, infatti, dal 5 al 6 per cento. Chi, invece, vorrà prendere tempo fino al 30 aprile dovrà pagare il 7%, aderendo allo scudo a partire dal prossimo 1° marzo.

In attesa, poi, della definizione del nuovo federalismo demaniale, il provvedimento proroga a tutto il 2015 le concessioni con finalità turistico ricreative (stabilimenti balneari, in testa). E per far fronte alla crisi, arriva, pure, un doppio slittamento per gli studi di settore: al 31 marzo 2010 per l'anno d'imposta 2009 e al 31 marzo 2011 per l'anno d'imposta successivo. Il blocco automatico delle tariffe viene, poi, prorogato al 31 dicembre 2010 (salvo biglietti aerei e ferroviari) e viene confermata, anche, la riedizione del bonus fiscale per i gestori di carburanti, che riguarderà 2 anni d'imposta (2009 e 2010).

Tra le altre misure "rinviate" dal milleproroghe, spicca la "chance" concessa ai lavoratori transfrontalieri, che potranno presentare entro il 30 aprile 2010 la dichiarazione dei redditi e quella integrativa di Unico 2008 nel caso in cui volessero sanare l'omessa presentazione del quadro RW. Un'ordinanza del Governo prolungherà, poi, la sospensione del pagamento delle imposte e dei tributi per la popolazione abruzzese. È inoltre, previsto un nuovo rinvio dell'entrata in vigore del divieto di utilizzo degli arbitrati nelle controversie sui contratti pubblici. Ed è prorogato, anche, al 31 dicembre prossimo il termine riguardante le licenze per l'apertura di internet point (con l'autorizzazione obbligatoria del questore). Nuove scadenze, pure, per il decollo della carta d'identità con le impronte digitali e slitta di un altro anno il divieto di guida di veicoli con potenza superiore a 50 Kw/t per i neopatentati.

Nulla di fatto, invece, per i contributi attesi dall'editoria, in particolare per il salvataggio dei giornali di partito (arriveranno con un provvedimento ad hoc nelle prossime settimane) e nessuna novità sul versante "class action" per i privati: da oggi, quindi, le nuove regole entreranno pienamente in vigore. Ecco, voce per voce, in ordine alfabetico, tutte le novità contenute nel decreto milleproroghe, che passerà, ora, all'esame delle Camere per la conversione in legge.

Abruzzo (articolo 1, commi 10 e 11). Proroga dello stop ai versamenti di imposte e contributi dovuti dai terremotati dell'Abruzzo. Sarà un'ordinanza di Palazzo Chigi a individuare tempistiche e categorie che potranno beneficiare della sospensione.

Aeroporti (articolo 5, comma 1). Prorogato al 31 dicembre 2010 il termine per l'affidamento in concessione della gestione totale di alcuni aeroporti.

Ambiente (articolo 1, commi 22 e 23). Si dispone il mantenimento in bilancio (per essere utilizzate nel 2010) delle risorse del fondo piccole opere per interventi a tutela dell'ambiente e lo sviluppo del territorio.

Anvur (articolo 7, comma 1). Entro il 30 giugno 2010 l'Anvur (l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) dovrà essere operativa.

Apparecchi elettrici ed elettronici (articolo 9, comma 2). Slitta al 31 dicembre 2010 l'entrata in vigore nel nuovo sistema di responsabilità dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche.

Arbitrati (articolo 5, comma 4). CONTINUA ..."

Proroga al 30 giugno 2010 dell'entrata in vigore della nuova disciplina prevista dalla direttiva 2007/66/Ce, che vieta l' utilizzo degli arbitrati nelle controversie sui contratti pubblici.

Assunzioni (articolo 4, comma 7 e articolo 6, comma 2). Proroga al 31 maggio 2010 per l'assunzione di personale delle Fiamme Gialle e della Polizia, già autorizzato. Proroga al 31 dicembre 2010 per le assunzioni del personale sanitario, già autorizzate per il 2009.

Autorità di bacino (articolo 8, comma 1). Proroga al 28 febbraio 2010 per l'adozione dei piani da parte delle autorità di bacino nazionali.

Benzinai (articolo 1, comma 8). Prorogate, anche, per i periodi d'imposta 2009 e 2010 le deduzioni forfettarie dal reddito d'impresa previste in favore degli esercenti impianti di distribuzione di carburanti.

Capitanerie di porto (articolo 5, comma 5). Proroga al 31 dicembre 2010 del riordino del corpo delle Capitanerie.

Carabinieri (articolo 4, commi da 3 a 6). Previste una serie di proroghe per il reclutamento, lo stato giuridico e l'avanzamento degli ufficiali dell'Arma.

Carta d'identità (articolo 3, comma 3). Proroga al 1° gennaio 2011 per l'inserimento delle impronte digitali nel documento in formato cartaceo.

Catasto (articolo 1, comma 9). Prorogato di altri 2 anni (decorrenti dalla data di scadenza) l'incarico per i componenti delle commissioni censuarie.

Cinque per mille (articolo 1, comma 15). Si dispone la conservazione in bilancio da parte di via XX Settembre delle risorse non utilizzate nell'esercizio 2009, per essere ripartite nel 2010.

Cnam (articolo 7, comma 4). Il Consiglio nazionale per l'alta formazione artistica e musicale (Cnam) è prorogato nella composizione in atto alla data di entrata in vigore del presente decreto, fino al 30 settembre 2010.

Codice assicurazioni (articolo 9, comma 3). Proroga fino al 1° luglio 2010 delle disposizioni attuative del codice delle assicurazioni.

Commissioni elettorali (articolo 3, comma 2). Proroga al 2010 della possibilità di nomina dei componenti aggiunti (funzionari statali) nelle commissioni elettorali circondariali.

Concessioni demaniali (articolo 1, comma 18). Le concessioni demaniali con finalità turistico-ricreative (stabilimenti balneari), sono prorogate fino al 31 dicembre 2015.

Concorsi (articolo 2, comma 8). Prorogata al 31 dicembre 2010, la validità delle graduatorie delle amministrazioni pubbliche soggette a limitazioni delle assunzioni.

Consulenti finanziari (articolo 1, comma 14). Viene prorogato al 31 dicembre 2010, il termine oltre il quale i consulenti finanziari già operativi non potranno più prestare la loro attività, se non si iscrivono all'albo.

Debiti della Pubblica amministrazione (articolo 1, comma 16). Viene estesa, anche, al 2010, la possibilità di procedere a certificazione agevolata dei crediti dovuti da regioni ed enti locali per somministrazioni, forniture e appalti.

Dichiarazioni telematiche (articolo 1, comma 6). Slitta a gennaio 2011 l'avvio graduale della trasmissione mensile delle dichiarazioni dei sostituti d'imposta. Nel frattempo, a partire dal 2010, partirà una fase sperimentale secondo modalità stabilite di concerto dalle Entrate e dall'Inps.

Diritti aeroportuali (articolo 5, comma 6). Proroga al 31 dicembre 2010 del potere d'intervento del ministero delle Infrastrutture sull'aggiornamento dei diritti aeroportuali al tasso d'inflazione programmata. Previsto, poi, che l'aggiornamento della misura dei diritti decada qualora i concessionari non presentino completa istanza di stipula del contratto di programma entro il medesimo termine del 31 dicembre 2010.

Ente irrigazione Eipli (articolo 2, commi 6 e 7). Slitta al 31 dicembre 2010 il termine per il riordino dell'ente per lo sviluppo dell'irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia.

Ente irriguo Umbro-Toscano (articolo 2, comma 4). Cessa al 31 dicembre 2011 la gestione liquidatoria dell'ente.

Entrata in vigore (articolo 11). Il decreto milleproroghe è entrato in vigore il 30 dicembre 2009.

Esercito (articolo 4, comma 1). Fino al 2015 il reclutamento dei sergenti potrà avvenire, anche, per concorso interno.

Esercizi pubblici di telefonia e internet (articolo 3, comma 1). Slitta al 31 dicembre 2010, il termine per ottenere la licenza del questore necessaria per aprire un internet point.

Export (articolo 8, comma 4). Proroga di un anno (da 3 a 4) della possibilità di vendere ai Paesi extra Ue prodotti per carrozzeria e per l'edilizia non conformi al Dlgs 161/2006.

Fondo garanzia Pmi (articolo 9, comma 1). Si dispone che l'apposita convenzione relativa al Fondo di interventi di garanzia per le piccole e medie imprese possa essere prorogata, per motivi di pubblico interesse, non oltre il 31 dicembre 2010, con una riduzione del 5% delle relative commissioni.

Fondo Tfr (articolo 1, comma 20). Si dispone il mantenimento in bilancio delle quote accantonate al 31 dicembre 2009 del Fondo per il Tfr, per essere utilizzate per l'anno 2010.

Forze armate (articolo 4, comma 2). Proroga, anche, all'anno accademico 2011-2012 delle nuove regole di punteggio per l'ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato.

Intramoenia (articolo 6, comma 1). Proroga al 31 gennaio 2011 per realizzare tutte le attività necessarie al completo decollo del servizio libero-professionale intramurario.

Istituti di cultura (articolo 7, comma 5 e articolo 10). Al fine di garantire la continuità dei servizi culturali e di assistenza al pubblico, i rapporti con gli istituti e luoghi di cultura previsti dal Dlgs 42/2004 relativi a tali servizi restano efficaci, fino alla loro naturale scadenza, ovvero, se scaduti, fino all'aggiudicazione delle gare, da bandirsi entro il 30 giugno 2010. Inoltre, si prevede che gli incarichi di direttore di istituto di cultura all'estero, già rinnovati per il secondo biennio, in scadenza tra il 1° gennaio 2010 e il 30 giugno 2010, possano essere rinnovati per ulteriori 2 anni, anche in deroga ai limiti di età.

Ispra (articolo 8, comma 2). Proroga al 31 dicembre 2010 del termine per completare le procedure di reclutamento.

Istituto superiore di sanità (articolo 6, commi da 7 a 9). Proroga al 31 dicembre 2010 del rifinanziamento di alcune attività dell'Istituto (sorveglianza dei fattori critici e gestione dei registri nazionali), già previsto nella Finanziaria 2001.

Lavoratori transfrontalieri (articolo 1, comma 7). Prorogato al 30 aprile 2010 il termine (90 giorni) per il "ravvedimento operoso" previsto per i consentire ai lavoratori dipendenti e pensionati che hanno omesso il modulo RW in dichiarazione dei redditi per il 2008 di effettuare questa dichiarazione, con sanzioni ridotte.

Lotta ai paradisi fiscali (articolo 1, comma 3). Per "stimolare" i contribuenti con capitali detenuti illecitamente all'estero, viene previsto il raddoppio dei termini di accertamento. Il Fisco avrà, così, non più 4, ma 8 anni per stanare gli evasori che hanno portato i beni oltre confine. Previsto, anche, il raddoppio dei termini di decadenza e prescrizione previsti dall'articolo 20 del Dlgs 472/1997 per le violazioni riferite alla mancata indicazione nella dichiarazione annuale dei redditi di investimenti all'estero e attività estere di natura finanziaria.

Medicinali (articolo 6, comma 4). Proroga dell'applicazione al 1° gennaio 2012 delle disposizioni sulle sostanze attive come materia prima per la produzione dei medicinali e dell'obbligo del certificato di conformità delle norme di buona fabbricazione.

Neopatentati (articolo 5, comma 2). Prorogato di un altro anno il divieto di guida di veicoli con potenza superiore a 50 Kw/t ai neopatentati.

Noleggio con conducente (articolo 5, comma 3). Proroga al 31 marzo 2010 dell'entrata in vigore della legge quadro sul trasporto persone con autoservizi pubblici non di linea.

Pay back (articolo 6, commi 5 e 6). Proroga del pay back per tutto il 2010. In questo modo, le imprese farmaceutiche potranno continuare a versare direttamente alle casse regionali il proprio contributo per coprire lo sforamento del tetto di spesa farmaceutica, piuttosto che subire il taglio dei listini del 5 per cento.

Polizia di Stato (articolo 3, comma 7). Slitta al 31 dicembre 2012 l'applicazione della disciplina che impone ai primi dirigenti della Polizia l'obbligo di partecipare a un corso preliminare di aggiornamento professionale per essere promossi a dirigente superiore.

Poste italiane (articolo 1, comma 19). Proroga al 31 dicembre 2010 delle posizioni di comando del personale di Poste italiane spa.

Prodotti omeopatici (articolo 1, comma 3). Proroga al 31 dicembre 2011 della commercializzazione di medicinali veterinari omeopatici, previa domanda di registrazione semplificata.

Pubblicità atti Pubblica amministrazione (articolo 2, comma 5). Prorogato al 1° luglio 2010 il termine per far partire definitivamente la pubblicità legale degli atti pubblici in via informatica (il cosiddetto albo pretorio virtuale).

Rai (articolo 2, comma 1 e 2). Proroga fino al 31 dicembre 2010, entro il limite massimo di 660mila euro, della convenzione con il Governo per le azioni di comunicazione sulle operazioni Nato di pace in Afghanistan. Sempre fino al 31 dicembre 2010, è assicurata la fornitura dei servizi televisivi a San Marino.

Radio radicale (articolo 2, comma 3). Autorizzata la spesa di 9,9 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2010 e 2011, per la proroga della convenzione con Radio radicale.

Regimi fiscali immobiliari (articolo 1, comma 17). Proroga al 30 aprile 2010 dell'opzione per il regime speciale riconosciuto alle società di investimenti immobiliare quotate (Siiq).

Ricerca industriale (articolo 7, comma 3). Proroga al 30 giugno 2010 delle convenzioni bancarie con il Miur per istruttorie e gestione di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale.

Ricercatori (articolo 7, comma 2). Si prevede che, in attesa del riordino delle procedure di reclutamento dei ricercatori universitari e, comunque, fino al 31 dicembre 2010, le commissioni per la valutazione comparativa dei candidati siano composte da un professore ordinario o da un professore associato nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati in una lista di commissari eletti tra i professori ordinari appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando, in numero triplo rispetto al numero dei commissari complessivamente necessari nella sessione.

Riscossione (articolo 1, commi 12 e 13). Proroga di un anno dei termini di presentazione delle comunicazioni di inesigibilità ai fini delle attività di riscossione.

Roma capitale (articolo 1, comma 21). Per definirne funzioni e compiti serviranno uno o più decreti legislativi.

Scudo fiscale (articolo 1, commi 1 e 2). Riaprono i termini per far rientrare in Italia beni e partecipazioni detenuti all'estero. La nuova finestra è aperta fino al 30 aprile 2010, anche se il costo della nuova emersione sarà più salato, rispetto a quello pagato da quanti hanno scelto di aderire entro il 15 dicembre scorso. Per rimpatri e regolarizzazioni effettuate dopo quella data e fino al 28 febbraio prossimo, l'imposta sostitutiva sale dal 5 al 6 per cento. Per chi invece vorrà prendere tempo fino al 30 aprile dovrà pagare il 7%, aderendo allo scudo a partire dal prossimo primo marzo.

Spese elettorali (articolo 3, comma 8). Previsto un differimento del termine per la presentazione delle richiesta dei rimborsi delle spese per le consultazioni elettorali che si sono svolte nel 2008. Tale termine slitta al 30esimo giorno successivo all'entrata in vigore del presente decreto.

Studi di settore (articolo 1, comma 4). Al fine di tener conto degli effetti della crisi e dei mercati, si fissa, rispettivamente, al 31 marzo 2010 e al 31 marzo 2011, il termine entro il quale, per gli anni 2009 e 2010, gli studi di settore vanno pubblicati nella Gazzetta Ufficiale.

Tariffe (articolo 5, comma 7). Proroga del blocco di alcune tariffe al 31 dicembre 2010. Sono esclusi i servizi aeroportuali offerti in esclusiva e quelli di trasporto ferroviario sottoposti a regime di obbligo di servizio pubblico.

Tarsu (articolo 8, comma 3). Slitta al 30 giugno 2010 il passaggio dalla Tarsu (tariffa rifiuti solidi urbani) alla Tia (tariffa integrata ambientale). Si tratta dell'ennesimo rinvio della partenza del sistema della tariffa integrata ambientale previsto dal Dlgs 22/1997 prima e dal Dlgs 152/2006, poi.

Trasmissioni on line (articolo 1, comma 5). Ai fini delle trasmissioni telematiche gestite dal ministero dell'Economia, prevista la proroga dell'attuale pin code Finanze al 31 dicembre 2010.

Uffici periferici (articolo 3, comma 5). Proroga fino al 31 dicembre 2010 per l'istituzione di uffici periferici statali nelle nuove province di Monza-Brianza, Fermo, Barletta-Andria-Trani.

Vigili del fuoco (articolo 3, comma 6). Proroga al 31 dicembre 2010 della validità delle graduatorie del concorso per direttore antincendi dei Vigili del Fuoco.

Zone franche urbane (articolo 9, comma 4). Slitta al 31 marzo 2010 la presentazione delle richieste collegate alle zone franche urbane. Una misura che ha l'obiettivo di semplificare ulteriormente le procedure per la realizzazione delle zone franche urbane al fine di accelerare la creazione di micro-imprese e stimolare nuova occupazione. In quest'ottica, viene resa immediatamente operativa l'agevolazione assegnando le risorse (100 milioni) direttamente ai comuni interessati. Il tutto privilegiando il taglio degli oneri relativi al costo del lavoro e all'Ici.

1 gennaio 2010

il SOLE 24 ORE

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2010-01-01

Milleproroghe: lo scudo fiscale

riapre i termini di adesione

31 Dicembre 2009

Il calendario misura per misura

"Dai nostri archivi"

Approvato il milleproroghe, i contenuti del decreto

Dalle licenze per gli internet point ai neopatentati, cosa c'è nel "milleproroghe"

Con lo scudo fiscale rimpatriati 95 miliardi di euro

Dal primo gennaio entra in vigore la class action

Donne ferroviere in pensione a 60 anni

La riapertura dei termini dello scudo fiscale entra da oggi in vigore. Con la pubblicazione sulla "Gazzetta Ufficiale" n.302 di ieri del Dl milleproroghe i contribuenti con capitali detenuti all'estero avranno una nuova possibilità per far rientrare in Italia beni e partecipazioni. Il costo della nuova emersione sarà più salato, rispetto a quello pagato da quanti hanno scelto di aderire entro il 15 dicembre scorso. Per rimpatri e regolarizzazioni effettuate dopo quella data e fino al 28 febbraio prossimo, l'imposta sostitutiva sale dal 5 al 6 per cento; per chi invece vorrà prendere tempo fino al 30 aprile dovrà pagare il 7 per cento, aderendo allo scudo a partire però dal prossimo primo marzo.

L'articolo 1 del milleprorghe (Dl n. 194 del 2009) non si limita alla sola riapertura dei termini. Per "stimolare" i contribuenti con capitali detenuti illecitamente all'estero, viene previsto (come anticipato dal Sole 24 Ore il 22 dicembre scorso) il raddoppio dei termini di accertamento. Il fisco avrà così non più quattro ma otto anni per stanare gli evasori che hanno portato i beni oltre confine.

Lo scudo fiscale apre, dunque, il consueto valzer di proroghe che da decenni va in scena alla fine dell'anno. Dal fisco all'ambiente, dall'istruzione alla pubblica amministrazione, dalla difesa alla giustizia. Ogni aministrazione mette sul piatto gli argomenti da rinviare al prossimo anno. E non sono mai pochi (la tabella qui a fianco prova a riassumerli). Vediamo in sintesi, oltre lo scudo, i principali differimenti.

Fisco

In materia tributaria merita attenzione il rinvio al 31 marzo 2010 e e al 31 marzo 2011 per l'approvazione degli studi di settore da utilizzare per gli anni di imposta 2009 e 2010. Un differimento che trova la sua ratio nell'esigenza di calibrare per altri due anni l'impatto degli studi di settore con gli effetti della crisi.

Partenza soft per le dichiarazioni mensili dei sostituti d'imposta. Nel 2010 l'adempimento sarà sperimentale e solo nel 2011 diventerà obbligatorio.

Via libera anche alla proroga fino al 30 settembre 2010 per lo stop ai versamenti di imposte e contributi dovuti dai terremotati dell'Abruzzo. Sarà un'ordinanza di Palazzo Chigi a individuare le categorie che potranno beneficiare della sospensione.

Per i bagnini la buona notizaia arriva dal comma 21 dell'articolo 1: le concessioni demaniali maritime con finalità turistico-ricreative saranno valide fino al 31 dicembre 2015.

Alitalia

Riaperta fino al 31 gennaio 2010 la possibilità per i vecchi azionisti Alitalia di convertire obbligazioni e azioni in titoli di Stato (si veda "Il Sole 24 Ore" del 27 dicembre 2009).

Avvocati

Fino all'entrata in vigore della riforma della professione forense e comunque non oltre il 31 dicembre 2010 (come stabilito dall'articolo 2 del decreto legge n. 194 del 2009), resteranno in carica sia il Consiglio nazionale forense sia gli ordini degli avvocati.

Infrastrutture e trasporti

Dal rinvio al 31 dicembre 2010 del divieto ai neopatentati di condurre autoveicoli con potenza superiore a 50 kw/t al rinnovo ancora per un anno per il divieto degli arbitrati. Sono solo alcune delle norme che compongono l'articolo 5 del Dl 194, dove trova posto anche la proroga del blocco delle tariffe con esclusione di quelle aeree e ferroviarie.

Sanità

Sì alla proroga del pay back per tutto il 2010 (articolo 6 del Dl 194). È questa la principale novità contenuta nella versione definitiva del decreto milleproroghe che arriva oggi in Gazzetta Ufficiale e che portà con sé anche l'allungamento delle rate per l'indennizzo dei soggetti danneggiati dalle vaccinazioni (da cinque a quindici anni), nonché il rifinanziamento di alcune attività dell'Istituto superiore di sanità (sorveglianza dei fattori critici e gestione dei registri nazionali), già previsto nella finanziaria 2001 e ribadito poi nelle manovre del 2004 e del 2007.

Ma è l'allungamento del pay back, fortemente voluto dalle aziende, la modifica più rilevante dell'ultima ora. Le imprese farmaceutiche potranno a questo punto continuare a versare direttamente alle casse regionali il proprio contributo per coprire lo sforamento del tetto di spesa farmaceutica, piuttosto che subire il taglio dei listini del 5 per cento.

31 Dicembre 2009

 

 

 

 

 

 

 

Dal primo gennaio entra in vigore la class action

31 dicembre 2009

"Dai nostri archivi"

Accantonato l'emendamento sulla class action

RIASSETTI / Nuove reti per i risparmiatori

Paga anche chi fa causa senza motivo

I consumatori: "La norma sulle class action? Una base di partenza"

Bersani: la class action va rivista ma in linea Ue

 

Da l primo gennaio 2010 al via la 'class action'.

L'azione legale collettiva, introdotta per la prima volta con la Finanziaria 2008 del governo Prodi e più volte rinviata, entra finalmente in vigore anche in Italia: i consumatori potranno fare causa comune in Tribunale per ottenere il risarcimento per illeciti avvenuti a partire dal 16 agosto 2009. Restano però fuori le vittime dei più clamorosi crack finanziari del passato, Cirio e Parmalat. La nuova disciplina esclude, infatti, la retroattività. Contemporaneamente debutta, fra le critiche dei consumatori, anche la 'class action' contro la Pubblica amministrazione.

L'istituto giuridico della class action era stato introdotto con la Finanziaria 2008 (che aveva introdotto nel Codice del consumo il nuovo articolo 140-bis) e sarebbe dovuto entrare in vigore a giugno dello stesso anno, ma il governo Berlusconi decise di rimettere mano alla normativa e stabilì con la manovra triennale una prima proroga al 1 gennaio 2009, poi un successivo slittamento al 1 luglio 2009 e con il dl anticrisi si è stabilito che non sarebbe partita prima del gennaio 2010.

I consumatori, tuttavia, ripongono poche speranze sulla possibilità di ottenere i risarcimenti. In particolare perchè, lamenta Paolo Landi dell'Adiconsum, "affida ai consumatori l'onere di avviare un'azione collettiva quando gli stessi hanno già difficoltà a ricorrere al giudice per i propri problemi".

Secondo le associazioni dei consumatori, per avere una class action efficace il testo deve essere ancora migliorato sulla falsariga delle norme già in atto nei vari Paesi europei, compresi Portogallo e Grecia.

L'esigenza di riequilibrare l'asimmetria processuale che penalizzava i consumatori italiani rispetto a quelli di altri paesi, è stata dibattuta ampiamente in Italia a partire dal 2003, quando l'Antitrust smascherò il cartello realizzato dalle Compagnie di assicurazione a danno degli utenti. Di fronte alla pioggia di ricorsi proposti dai cittadini per ottenere il rimborso dei premi indebitamente pagati, le organizzazioni dei consumatori proposero di introdurre in Italia strumenti di tutela collettiva risarcitoria analoghi alla cosiddetta 'class-action' nordamericana. Il dibattito avviato allora ha interessato non solo gli studiosi e gli addetti ai lavori, ma si è arricchito di una consistente attività legislativa che ha visto venire alla luce numerose proposte nell'arco di due legislature.

31 dicembre 2009

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